Approcciando il Medioevo viene da chiedersi quale sia l’oggetto di studio. Non esiste un solo Medioevo, innanzitutto. Il termine viene convenzionalmente utilizzato per riferirsi a oltre 1000 anni di storia umana, che condensano al loro interno eventi, personaggi, protagonisti e mutamenti anche molto distanti tra loro.
Così si scopre rapidamente che abbiamo sì un Medioevo arretrato e “barbarico”, ma anche uno che è straordinariamente raffinato e avanzato; un Medioevo semplice e contadino, analfabeta e superstizioso, ma anche un Medioevo borghese e frenetico, affarista e politicizzato.
Definire il Medioevo
È dunque molto difficile trovare una corretta definizione del Medioevo, e non a caso gli storici ancora oggi si interrogano su quale sia la natura intrinseca di questa epoca la cui importanza nello sviluppo della cultura occidentale è cruciale.
Vi sono correnti di pensiero che alimentano ancora lo stereotipo dell’epoca arretrata e irrazionale, ma anche voci che esaltano la natura incontaminata in contrapposizione alla decadenza dell’età industriale.
Di sicuro c’è che il Medioevo è l’epoca in cui si affronta per la prima volta il concetto di Europa: la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, un mondo fortemente orientato verso il bacino del Mediterraneo, sposta il baricentro verso il nord dell’Europa, integrando quei popoli che fino a quel momento erano stati definiti barbari.
L’analisi delle date convenzionali
Per convenzione si fa iniziare il Medioevo nel 476, anno della caduta dell’Impero Romano d’Occidente, dando l’impressione che il mondo latino sia scomparso da un momento all’altro.
In realtà l’avvio del Medioevo ha un arco temporale di almeno tre secoli durante il quale si stabilizzano i processi migratori delle popolazioni barbare, le quali si stabiliscono definitivamente entro i confini europei creando una società di tipo latino-germanico e non contrapposta a quella latina.
Si evince tutta l’impossibilità di considerare il Medioevo come un’epoca unica e monolitica.